Che lingua parlano i Walser? La cultura Walser riflette un importante innesto tra natura e uomo, che per secoli si sono rapportati con reciproco e reverenziale rispetto.
Un sapere fatto di grandi abilità artigiane, di capacità costruttive di quota e di una straordinaria lingua dialettale dal forte carattere identitario.
La lingua Walser rappresenta una forma distintiva del dialetto tedesco meridionale, comunemente noto come alto alemanno, e mostra una notevole somiglianza con il tedesco svizzero nelle sue forme più antiche.
Tra le diverse varianti linguistiche conosciute: il “titsch” di Gressoney-Saint-Jean e Macugnaga, il “töitschu” di Issime, e il “titzschu” di Alagna Valsesia e Rimella in Valsesia.
Sepolta nell’isolamento delle alte valli, la lingua Walser è oggi un repertorio prezioso dell’antico tedesco, una delle sue espressioni più arcaiche.
Il graduale declino di questa lingua antica ha avuto inizio molto tempo fa, quando gli alemanni, dopo aver scelto di isolarsi dalle altre comunità germaniche, cominciarono a stabilire connessioni di varia natura con culture esterne.
Il titsch e il töitschu sono state inserite dall’UNESCO nell’”Atlante Mondiale delle Lingue in Pericolo”.
Questo linguaggio “chiuso tra le montagne” non ha subito le forti modifiche degli altri dialetti tedeschi, mantenendo strutture e caratteri originari, oltre che fonemi tipici e vocaboli di formazione propria che documentano un’autonomia linguistica singolarissima.
La lingua Walser è ancora oggi in uso nell’ambito familiare e vanta tuttora una ricca tradizione poetica, come testimonia, tra gli altri, Anna Maria Bacher, poetessa in lingua Walser originaria della Val Formazza, al confine con la Svizzera.
Oggi il Walser è lingua protetta e oggetto di insegnamento tramite corsi didattici speciali e sopravvive in sette comuni: Alagna, Formazza, Gressoney-Saint-Jean, Gressoney-La-Trinité, Issime, Macugnaga, Rimella.
